Artroscopia ginocchio: Phoenix sostituirà domani la chirurgia di oggi?

Esoscheletro PhoenixIl 13 gennaio, a Padova, è stato presentato l’esoscheletro Phoenix, una protesi bionica esterna in via di sviluppo, e ci chiediamo se interventi chirurgici come protesi anca o artroscopia ginocchio siano destinate, in futuro, ad essere rimpiazzate da soluzioni robotiche e biomeccaniche.

Un tempo, trovandoci di fronte ad una protesi bionica come Phoenix, potevamo pensare più ad un prodotto di fantascienza che di scienza, ma questa protesi indossabile è possibile e, presto (non ci è dato di sapere quando), sarà anche reale e disponibile sul mercato ad un costo contenuto come è stato preannunciato.

L’esoscheletro Phoenix è un progetto riconducibile al settore della meccatronica che studia e sviluppa macchine capaci di simulare il comportamento di esseri viventi o parti di essi.
È un progetto bio-medicale e robotico made in Italy e permette a chi non ha più l’uso delle gambe di tornare a camminare (e non solo) in piena autonomia.
È, tuttora, in fase sperimentale e, in attesa di aggiornamenti in merito, vediamo quali sono, ad oggi, le terapie chirurgiche possibili, sicure ed efficaci, in grado di ripristinare il corretto movimento e funzionamento delle articolazioni per quel che riguarda gli arti inferiori.
Oltre alla protesi ginocchio e anca, risulta molto efficace ed apprezzato l’intervento di artroscopia ginocchio. In che consiste? Quali sono i vantaggi?

Viaggio al centro dell’artroscopia ginocchio

L’intervento chirurgico mini invasivo noto come artroscopia ginocchio, nato negli anni Sessanta ma trasformatosi in normale routine ovunque negli ultimi 25 anni, consente di riparare o asportare determinate lesioni del ginocchio.

Serve come diagnosi e trattamento di varie patologie infiammatorie e non, infettive, traumatiche, artritiche nonché lesioni dell’articolazione.

I primi tempi, l’artroscopia ginocchio venne impiegata per casi di gonartrosi (o artrosi del ginocchio), oggi si usa in pazienti giovani per inserire pastiche cartilaginee per singole lesioni. Si tratta di una nuova procedura con cui le cellule cartilaginee vengono raccolte, coltivate in laboratorio e poi inserite attraverso, appunto, l’artroscopia ginocchio. E’ particolarmente indicata anche per rimuovere frammenti ossei o corpi estranei all’interno dell’articolazione, nei casi di menisco rotto per la sua asportazione o per trapianto di menisco.

Nei casi di artrite reumatoide, può essere rimosso il tessuto infiammato attraverso la sinoviectomia: la parte asportata, sottoposta a biopsia, viene studiata per scoprire la causa di infiammazioni o infezioni offrendo un prezioso strumento di diagnosi che, attraverso, ad esempio, l’aspirazione con ago è impossibile ottenere.

Intervenire attraverso l’artroscopia è meno traumatico (con minima perdita di sangue e dolore ridotto) rispetto a tecniche chirurgiche tradizionali e consente un recupero più rapido.
In genere, viene eseguita da chirurghi ortopedici in sede ambulatoriale ed i pazienti vengono dimessi il giorno stesso dell’intervento.
Il recupero è rapido grazie anche ad un adeguato programma di fisioterapia.
Con l’avvento delle apparecchiature a fibre ottiche di qualità superiore, sono stati ultimamente realizzati artroscopi in miniatura, utili per analizzare piccole articolazioni.

L’esoscheletro Phoenix potrà mai sostituire le attuali chirurgie ortopediche?

Torniamo alla novità presentata a Padova, di recente.
Per l’esoscheletro avveniristico rivelato il 13 gennaio è stato scelto un nome quantomeno ambizioso: Phoenix, ovvero Fenice che rinasce dalle sue ceneri.

Questo scheletro esterno – considerato uno dei recenti dispositivi in via di sviluppo più interessanti e all’avanguardia – che consente a chi non ha l’uso delle gambe di camminare ed eseguire altri movimenti, potrà mai rimpiazzare altre protesi, sostituirsi a tecniche diagnostiche e di intervento come la artroscopia ginocchio?

Crediamo che una protesi bionica del genere possa servire, in particolare, a chi non ha alcuna possibilità di guarire e di poter camminare con le proprie gambe. Chi invece ha questa possibilità, difficilmente potrà rifiutare una terapia chirurgica come la artroscopia ginocchio per indossare lo scheletro esterno.

Phoenix è leggero (pesa circa 12,5 Kg), modulare, vestibile ed adattabile alla corporatura di chiunque.
La sua natura modulare è resa possibile dal fatto che è composto da vari elementi (modulo ginocchio, anca, ecc.), un computer integrato monitora il movimento coordinato delle articolazioni.
Con Phoenix l’utente è in grado di alzarsi e sedersi, camminare, guidare e mantenersi in piedi senza l’ausilio di stampelle. Il suo più grande vantaggio è la totale autonomia del paziente che può regolare le funzioni della protesi bionica, impostare i comandi dalle stampelle wireless e le diverse velocità personalizzando anche la lunghezza dei passi.

Autore dell'articolo: bwgroupit