Riconoscimento facciale ma non solo: tutte le modifiche sulla privacy introdotte da Facebook

Dopo lo scandalo legato a Cambridge Analytica, Facebook torna a far parlare di sé: il noto social network, infatti, ha deciso di riattivare la funzione del riconoscimento facciale, che era stata rimossa nel lontano 2012 per motivi di privacy. Per ora, comunque, la funzione non è affatto obbligatoria e viene data la possibilità a tutti gli utenti di decidere se attivarla o meno (per i minorenni viene disabilitata per default).

Il social network guidato da Mark Zuckerberg, intanto, ha iniziato a diffondere un messaggio che avvisa gli utenti di questa importante modifica: “Se attivi questa impostazione – si legge nell’avviso – useremo la tecnologia di riconoscimento facciale per capire quando potresti essere presente nelle foto, nei video e nella fotocamera per proteggerti dagli sconosciuti che usano le tue foto, trovare le immagini in cui sei presente ma non ti hanno taggato, comunicare alle persone con disabilità visive chi è presente nella foto o nel video e suggerire alle persone chi potrebbero voler taggare”.

In merito alla reintroduzione del riconoscimento facciale, però, pende negli USA una class action di un gruppo di consumatori recentemente autorizzata da un giudice federale. La possibilità quindi che questa novità sia accantonata ancor prima di prendere piede è concreta, e solo il tempo rivelerà cosa ne sarà della stessa.

Queste novità rientrano in un piano di modifiche della privacy ideato dallo stesso Zuckerberg in adeguamento al Gdpr, il regolamento Europeo sulla privacy. Oltre alla questione del riconoscimento facciale, infatti, il social in blu ha programmato una serie di limitazioni per tutti gli utenti di età compresa tra i 13 ed i 15 anni. Essi, infatti, potranno usufruire di una versione del social più limitata, fin quando un genitore o un tutore approverà per loro la possibilità di poter avere l’accesso a quella “completa”.

“Le persone di età compresa tra i 13 e i 15 anni in alcuni paesi UE hanno bisogno del permesso di un genitore o tutore per compiere azioni specifiche su Facebook. Questi adolescenti vedranno una versione meno personalizzata del social con condivisione limitata e annunci meno rilevanti, fino a quando non otterranno il permesso da un genitore o tutore di usare tutti gli aspetti di Facebook”, recita la nota diffusa dai piani alti del social network. Per i più giovani fruitori di Facebook, quindi, sono state prese in considerazione modifiche più stringenti per la privacy, in modo tale da proteggerli il più possibile.

In attesa che queste novità vengano definitivamente approvate ed introdotte all’interno del social network, quindi, il leader Mark Zuckerberg ha mantenuto fede alla parola data in una delle dichiarazioni rilasciate in occasione del datagate legato a Cambridge Analytica. Al tempo aveva infatti assicurato che il suo gruppo di lavoro avrebbe sicuramente lavorato a modifiche più accurate sul tema privacy, che al momento hanno portato alla luce le freschissime novità sopra illustrate.

Autore dell'articolo: Simone Frizza