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Blackout informatico globale: i numerosi disagi segnalati
La giornata di venerdì 19 luglio 2024 si è rivelata a suo modo storico per come è stata in grado di creare enormi disagi ad aziende, persone e servizi. Siamo andati incontro a un blackout informatico che si è esteso a tutto il mondo e ha bloccato, in particolare, le prestazioni fornite da istituti di credito e compagnie aeree. L’ennesima dimostrazione del fatto che la società contemporanea è strettamente legata ai software informatici per permettere alle persone di svolgere attività quotidiane fondamentali, come per esempio prendere un volo.
Basti pensare che il 19 luglio sono stati cancellati ben 50 voli solo da Fiumicino. Il guasto, in particolare, è da attribuire al sistema operativo Microsoft Windows a cui numerose imprese si appoggiano per svolgere le attività giornaliere. Un vero e proprio blackout informatico globale.
Blackout informatico Windows: la schermata blu di errore
Il blackout informatico che ha paralizzato innumerevoli attività ha riguardato, come detto, il sistema Microsoft Windows ed è stato dovuto a un aggiornamento fallito. Il rilascio dell’update ha creato la temuta BSOD (Blue Screen of Death), in italiano traducibile come “schermata blu della morte”. Già, perché di morte informatica – almeno per diverse ore – si è trattato. Parliamo di un errore di sistema particolarmente critico che ha come effetto quello di fare apparire appunto la schermata blu che numerose persone in aeroporto si sono trovate davanti.
Nello specifico, si verifica appunto quando un sistema operativo non può funzionare in modo sicuro e indica che è in atto un errore di sistema non recuperabile, per cui il computer è costretto a interrompere ogni tipo di operazione al fine di prevenire danni permanenti al sistema. Se in alcuni casi basta un semplice riavvio, in altre situazioni – come questa – il quadro si rivela più complesso e servono interventi specifici e tempestivi per limitare i danni.
Intorno alle 17:30 di quel giorno (ora italiana), è stato diffuso un post dalla divisione software di Windows che ha annunciato di aver “completato le sue azioni di mitigazione. I nostri dati indicano che tutte le app e i servizi di Microsoft 365 precedentemente impattati si sono ripresi. Stiamo entrando in un periodo di monitoraggio per garantire che l’impatto sia completamente risolto”. Ma di quale aggiornamento fallito si tratta?
Blackout informatico CrowdStrike: l’aggiornamento fallito
Dopo che in un primo momento si era pensato a un attacco hacker, modalità che in casi come questi è responsabile di disagi simili, la motivazione è stata ufficialmente rinvenuta nel software di cybersicurezza Falcon Sensor di CrowdStrike. Quest’ultimo viene utilizzato da numerose aziende ed amministrazioni, tanto che si stimano 8,5 milioni di dispositivi colpiti. Il crash ha avuto un impatto negativo, oltre che sui voli, anche sulle banche e società di servizi finanziari che si sono trovati costretti ad avvertire i clienti di potenziali interruzioni. In aggiunta, sono stati colpiti anche i fornitori di servizi finanziari statunitensi.
Si tratta di un evento senz’atro inaspettato, visto che pariamo di una delle società leader nel mondo nel campo della sicurezza informatica. L’aggiornamento fallito è dovuto a un errore di configurazione, come è stato confermato anche dal Ceo di CrowdStrike, George Kurtz, il quale ha dichiarato alla Nbc News: “Siamo profondamenti dispiaciuti per l’impatto che abbiamo causato ai clienti, ai viaggiatori, a chiunque ne sia stato colpito, inclusa la nostra azienda. Molti clienti stanno riavviando il sistema e sarà presto operativo. Potrebbe volerci del tempo perché alcuni sistemi non si ripristinano automaticamente, ma Crowdstrike si assicurerà che ogni cliente sia completamente ripristinato”.
Bug Crowdstrike: la fake news su Vincent Herregat
Proprio il 19 luglio, Vincent Herregat è stato additato da molti come il responsabile dell’aggiornamento fallito. Il caso è nato dopo che l’uomo ha pubblicato un post su X nel quale affermava: “Primo giorno a CrowdStrike, ho lanciato un piccolo aggiornamento e mi sono preso il pomeriggio libero”, con tanto di selfie modificato e in aggiunta un video nel quale raccontava (ironicamente) l’accaduto.
In realtà, Herregat non ha alcuna attinenza con la società californiana: parliamo, infatti, di un giornalista satirico belga che fa proprio il debunker, dunque smaschera le notizie false. In realtà, come ha affermato lui stesso qualche ora dopo, si è trattato di una semplice dimostrazione su come si crea una fake news facendo sì che la gente ci caschi.
In effetti, il suo intento è riuscito visto che in tantissimi sul web lo hanno riconosciuto come responsabile del blackout informatico. Vincent Herregat ha spiegato che l’esperimento ha funzionato perché tutti, in quel momento, volevano un colpevole. L’utilizzo della lingua inglese e il video sono stati strumenti efficaci per far sì che le persone si convincessero delle sue colpe.