Il presidente Mediaset ha anche espresso fiducia nell’operato della magistratura, che dopo la denuncia operata dai vertici dell’azienda è al lavoro per capire se il rastrellamento di azioni operato da Vivendi possa configurarsi come manipolazione del mercato. Dal canto suo Vivendi ha ribadito i motivi per cui si è decisa ad arrivare al 20% di Mediaset. Per bocca del suo amministratore delegato ha fatto presente che tutto è partito dalla decisione di Mediaset di andare in causa per la rottura dell’accordo contrattuale che prevedeva la cessione di Mediaset Premium a Vivendi.
Arnaud de Puyfontaine ha ribadito come la scelta di non acquistare il 100% di Mediaset Premium sia stata dettata dall’essere venuti a conoscenza di alcuni aspetti contrattuali che rendevano l’accordo diverso da come era stato prima impostato e poi stipulato tra le parti. Dopo aver ribadito tale concetto, l’amministratore delegato di Vivendi ha spiegato che il rastrellamento delle azioni non è altro che un modo per poter trattare con Mediaset una soluzione su questo spinoso caso. Anche se tali affermazioni hanno indubbiamente un senso logico, dalle parti di Cologno Monzese non sembrano credere che tutto quel che è successo abbia come scopo il semplice voler trattare da una posizione di forza. E a confermare i sospetti è il fatto che alla domanda sulla possibilità o meno di lanciare un’Opa (offerta pubblica di acquisto), la risposta è stata un evasivo “no comment”.