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La scalata di Vivendi a Mediaset: parlano Confalonieri e Arnaud de Puyfontaine

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Mediaset e VivendiDopo giorni in cui a parlare sono state le mosse sui mercati, i vertici di Mediaset e Vivendi hanno finalmente rotto il silenzio ed espresso quello che è il proprio punto di vista sulla vicenda che sta agitando i mercati e tenendo con il fiato sospeso tutti coloro che si interessano alle questioni legate alla Borsa e alle grandi compagnie strategiche per l’Italia.
Il primo a rompere il silenzio è stato Fedele Confalonieri, che in occasione di una iniziativa di Confindustria a Pescara ha stigmatizzato senza mezzi termini l’operato di Vincent Bollorè, ribadendo un concetto già espresso in uno dei comunicati Mediaset di questi ultimi giorni, ovvero che quella in atto è una scalata ostile. Confalonieri ha però aggiunto come questa scalata sia ostile non solo da un punto di vista prettamente economico, ma anche da quello politico, rammentando come la partita non riguardi solo Mediaset, ma anche interessi nazionali che vanno tutelati. E a questo proposito Confalonieri ha avuto parole di ringraziamento per le Istituzioni, che si sono mostrate attente a quanto sta avvenendo.

Il presidente Mediaset ha anche espresso fiducia nell’operato della magistratura, che dopo la denuncia operata dai vertici dell’azienda è al lavoro per capire se il rastrellamento di azioni operato da Vivendi possa configurarsi come manipolazione del mercato. Dal canto suo Vivendi ha ribadito i motivi per cui si è decisa ad arrivare al 20% di Mediaset. Per bocca del suo amministratore delegato ha fatto presente che tutto è partito dalla decisione di Mediaset di andare in causa per la rottura dell’accordo contrattuale che prevedeva la cessione di Mediaset Premium a Vivendi.

Arnaud de Puyfontaine ha ribadito come la scelta di non acquistare il 100% di Mediaset Premium sia stata dettata dall’essere venuti a conoscenza di alcuni aspetti contrattuali che rendevano l’accordo diverso da come era stato prima impostato e poi stipulato tra le parti. Dopo aver ribadito tale concetto, l’amministratore delegato di Vivendi ha spiegato che il rastrellamento delle azioni non è altro che un modo per poter trattare con Mediaset una soluzione su questo spinoso caso. Anche se tali affermazioni hanno indubbiamente un senso logico, dalle parti di Cologno Monzese non sembrano credere che tutto quel che è successo abbia come scopo il semplice voler trattare da una posizione di forza. E a confermare i sospetti è il fatto che alla domanda sulla possibilità o meno di lanciare un’Opa (offerta pubblica di acquisto), la risposta è stata un evasivo “no comment”.

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