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Svolta sul lavoro: cos’è l’ordinanza anti caldo in Piemonte
Il Piemonte ha impresso una svolta al settore lavorativo, rispondendo alle necessità dei lavoratori in un periodo di intenso caldo e afa come quello che l’intera Italia sta attraversando ormai da diverse settimane. La regione piemontese, infatti, adotterà un’ordinanza anti caldo. Quest’ultima consiste nell’astensione dal lavoro nelle ore centrali della giornata e sarà rivolta alle mansioni manuali e di fatica nel settore dell’edilizia, dell’agricoltura e del florovivaismo. Più nello specifico, si tratta di tre ore e mezza di stop al lavoro che andranno dalle 12:30 alle 16:00, dunque nei momenti più caldi della giornata.
La decisione è stata firmata dal governatore Alberto Cirio e comunicata ai sindacati e alle associazioni datoriali al termine di un tavolo regionale su caporalato in agricoltura che vedeva anche la presenza di Elena Chiorino (assessore al Lavoro), Paolo Bongioanni (assessore all’Agricoltura) ed Enrico Bussalino (assessore alll’Immigrazione).
Ordinanza anti caldo Piemonte: le parole di Cirio, Chiorino e Bussalino
L’ordinanza è entrata in vigore dall’inizio di agosto e durerà per tutto il mese. Il governatore Cirio ha rilasciato alcune dichiarazioni dopo l’incontro che ha portato alla decisione, affermando che “terremo conto delle esigenze inderogabili delle aziende per offrire al contempo tutele concrete”.
Parole di soddisfazione arrivano anche dagli assessori Chiorino e Bussolino. Il primo afferma che “il nostro obiettivo sarà quello di considerare le realtà locali aiutando i lavoratori nelle ore più critiche della giornata”, mentre il secondo ha parlato della decisione dichiarando che si tratta di una soluzione che deve garantire i dipendenti “senza penalizzare le aziende”. Sono ancora in divenire, infatti, le discussioni riguardanti il rispetto delle ore di lavoro. Le soluzioni, in questo senso, sono due: anticipare l’inizio dei turni oppure posticiparne la fine.
La posizione di Cisl e Uil sull’ordinanza anti caldo
Come prevedibile, la scelta del Piemonte è stata accolta con favore e soddisfazione dai sindacati, i quali da diverso tempo chiedevano di redigere un atto amministrativo dal valore vincolante che andasse oltre una semplice raccomandazione.
Il segretario generale della Cisl, Giorgio Airaudo, si è espresso così in merito: “Un gesto di attenzione che, da quanto sappiamo, è anche il primo per quanto riguarda le regioni del Nord. Il buon lavoro, infatti, deve essere svolto in condizioni buone e soprattutto in sicurezza: nei giorni scorsi il Piemonte ha fatto registrare ondate di calore più alte di quelle della Puglia”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario della Uil Piemonte, Gianni Cortese: “Bene questo provvedimento incisivo, anche se ci aspettiamo che possa essere esteso a certe produzioni metalmeccaniche: anche questa è prevenzione degli infortuni sul lavoro”.
Le Regioni in cui è in vigore l’ordinanza anti caldo
Come afferma Airaudo, il Piemonte è la prima regione del Nord ad applicare tale divieto, ma è la sesta in Italia. In altri territori, infatti, un’ordinanza del genere è stata adottata con anticipo anche a seguito di ondate di calore arrivate prima rispetto al Settentrione.
Centro Italia: Lazio, Toscana, Molise
La prima Regione ad emettere quest’ordinanza sulle attività usuranti all’aperto è stata il Lazio, tramite un atto amministrativo firmato lo scorso 20 giugno dal presidente Francesco Rocca, il quale ha vietato le attività lavorative all’aperto nelle ore centrali della giornata e nei giorni in cui il rischio di esposizione al sole è classificato come “alto”. L’ordinanza del Lazio, come quella del Piemonte, rimarrà in vigore fino al 31 agosto ed interessa le aziende dei settori agricolo, florovivaistico ed edile. A questa decisione hanno fatto seguito prese di posizione analoghe nel Centro Italia.
Il 12 luglio, infatti, è arrivata la stessa decisione in Toscana, tramite l’ordinanza urgente emessa da Eugenio Giani, il quale vieta l’impiego di lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa nei settori florovivaistico ed edile nelle ore più cade della giornata. Anche in questo caso, sarà valida fino alla fine di agosto.
Lo scorso 16 luglio, poi, è stata la volta del Molise e dell’ordinanza firmata da Francesco Roberti, il quale ha affermato che il provvedimento “è finalizzato a ridurre i rischi per la salute derivanti dalla prolungata esposizione al sole”.
Sud Italia: Puglia e Sicilia
La prima regione del Sud Italia a muoversi in questo senso è stata la Puglia. Lo scorso 10 luglio il presidente Michele Emiliano ha firmato un’ordinanza urgente che vietava l’impiego dei lavoratori nelle ore più calde per quanto riguarda i settori edile e florovivaistico.
Dopo una settimana, infine, è scattato lo stop ai lavori usuranti all’aperto anche in Sicilia. Il 17 luglio il presidente Renato Schifani ha firmato un’ordinanza che riguarda i lavoratori nel settore agricolo, florovivaistico, edile e affini che svolgano un’attività intensa e prolungata al sole. Una postilla per quanto riguarda le operazioni di pubblica utilità: in tali contesti, i datori di lavoro sono tenuti ad adottare misure organizzative volte a salvaguardare i livelli minimi delle prestazioni dei servizi essenziali.