Crescono i numeri di fatture e legamenti d’amore

Secondo i dati più recenti, sarebbero ben 13 milioni gli italiani che ogni anno si rivolgono a coloro che praticano la magia, soprattutto per quanto concerne i rituali d’amore.

La tradizione magica europea affonda le sue radici nella notte dei tempi ma, a quanto pare, mantiene inalterato il suo fascino anche ai giorni nostri.

Due delle pratiche più note relative al mondo dell’esoterismo, sono senza dubbio le fatture e i legamenti d’amore, le più richieste sul sito di Magia Nera Potente

Non sono poche le persone che ogni anno si rivolgono a maghi e praticanti dell’occulto per paura di avere addosso un qualche tipo di maledizione, magari causata da persone vicine e invidiose. Allo stesso tempo, la maggior parte delle donne che si rivolge a questi operatori, lo fa per avvicinare la persona amata tramite l’esecuzione di veri e propri legamenti d’amore.

Cosa sono le fatture?

Quando si parla di “fatture” è facile fare un collegamento mentale con un termine derivante da esso, ovvero, fattucchiera. La fattucchiera era colei che, previa richiesta, poteva operare una maledizione su una determinata persona alla quale sarebbero capitate sfortune e inconvenienti di vario genere.

La fattura è strettamente legata al concetto antico di “malocchio”, una tradizione magica legata in modo particolare all’area del Mediterraneo. Per comprendere le origini del malocchio, bisogna prima capire la distinzione tra l’amuleto (il simbolo stesso della fattura) e il malocchio vero e proprio.

Anche se viene spesso soprannominato “malocchio”,infatti, l’amuleto che raffigura appunto un occhio è in realtà un talismano che serve a scongiurare gli effetti del malocchio vero e proprio.

Sebbene l’amuleto sia esistito in varie forme per migliaia di anni, la maledizione che respinge è molto più antica e più difficile da rintracciare.

Nell’antico Egitto, l’occhio di Horus, noto anche come ciondolo Wadjet, veniva sepolto con i faraoni per proteggerli nell’aldilà

In sostanza, quello del malocchio non è un concetto complicato ma nasce dalla convinzione che qualcuno che ottiene grandi successi o riconoscimenti attiri anche l’invidia di coloro che lo circondano.

A sua volta, quell’invidia si manifesta come una maledizione che rovinerà la sua fortuna.

Le fatture e il malocchio nella storia

Il concetto è ben ripreso da Eliodoro di Emesa nell’antica storia d’amore greca Aethiopica, dove scrive: “Quando uno guarda ciò che è buono con occhio invidioso, riempie l’atmosfera circostante di una qualità perniciosa e trasmette le sue esaltazioni a ciò che gli è più vicino. ”

La credenza in questa maledizione abbraccia culture e generazioni più disparate; ad oggi una delle raccolte più esaustive di leggende sul malocchio è “The Evil Eye: The Classic Account of an Ancient Superstition” di Frederick Thomas Elworthy.

Elworthy esplora esempi di malocchio nelle diverse culture, passando dallo sguardo pietrificante delle gorgoni greche ai racconti popolari irlandesi di uomini in grado di stregare i cavalli con un solo sguardo.

Plutarco affermava che quelli che erano in grado di liberare una persona dal malocchio avevano avevano gli occhi azzurri; queste credenze hanno di fatto trasceso la semplice superstizione grazie soprattutto ai tanti celebri pensatori che ne hanno attestato a più riprese la veridicità.

Uno degli esempi più notevoli è stato il filosofo greco Plutarco, che nei suoi Simposi ha suggerito una spiegazione scientifica al malocchio, ovvero, che l’occhio umano ha il potere di rilasciare raggi di energia invisibili che in alcuni casi sono abbastanza potenti da uccidere bambini o piccoli animali.

Inoltre, Plutarco afferma che alcune persone possiedono una capacità ancora più forte di affascinare, riportando come gruppi etnici localizzati a sud del Mar Nero fossero incredibilmente abili nel lanciare fatture e maledizioni.

Lo stesso Plutarco, come accennato in precedenza, riteneva che le persone che più comunemente erano in grado di liberare da fatture e malocchio erano quelle con gli occhi azzurri, forse anche per il fatto che tale eventualità era piuttosto rara nella zona del Mediterraneo.

Autore dell'articolo: martina