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Una luce a LED sconfiggerà l’Alzheimer

Potrebbe seriamente nascondersi dietro la luce pulsata LED la cura per l’Alzheimer?
A Boston dicono di sì e questi risultati innovativi donerebbero speranza ai milioni di malati di tutto il mondo.

La ricerca e i risultati sorprendenti

Solo poche settimane fa, un altro passo indietro nella ricerca aveva gettato sconforto nel mondo scientifico quando, dopo test ed ulteriori verifiche, si era dovuto rinunciare ad una sperimentazione clinica a causa di gravi problemi nel “collaudo” del farmaco in prova.
Oggi però, finalmente un po’ di sole a rischiarare il pesante fardello che milioni di ammalati di Alzheimer devono giornalmente subire.Luce LED AlzheimerI ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) a Boston hanno annunciato che una luce pulsante a LED, trasmessa a determinate frequenze, aiuterebbe sostanzialmente il cervello a ridurre l’infiammazione causata dalla malattia, innescando una ricostruzione locale della materia grigia. Questo è il risultato di un lungo studio condotto sui topi da laboratorio e non è ancora stato specificato come ciò si potrebbe tradurre in una cura per gli essere umani, ma è comunque un gran passo avanti.Ci sono ancora molti “se” da poter effettivamente confermare, soprattutto perché parecchie terapie ebbero successo sui roditori, ma fallirono miseramente nella sperimentazione umana. Certo è, che se gli essere umani risponderanno in maniera simile a come si sono comportati i topi, il potenziale di questa cura diventerebbe enorme.

Invasiva e indolore: una buona notizia per chi aspetta la cura

Ipotizzando uno scenario ideale, i pazienti non dovrebbero far altro che sedersi e sottoporsi ad una cura totalmente indolore non invasiva ed attendere che la luce faccia il suo corso nel fermare localmente la malattia.

La demenza è purtroppo una malattia aggressiva ed alienante, sia per i pazienti sia per coloro che li assistono, e al momento non esista una cura efficace.

Ecco perché gli scienziati di tutto il mondo stanno lavorando così duramente per trovare una soluzione a questa piaga del nuovo millennio.
Questa promettente finestra sulla speranza in arrivo da Boston, si tradurrebbe in un trattamento quotidiano della durata di un’ora per un’intera settimana che porterebbe, secondo le ricerche, ad ottenere un miglioramento cellulare anche del 50%.

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