Salute, in aumento in Italia i casi di celiachia: il Ministero della Salute presenta i numeri del fenomeno

La “Relazione” che, come di consuetudine, il Ministero della Salute presenta a fine anno in Parlamento è stata ricca di spunti ma ha anche fatto luce su un fenomeno sottovalutato e i cui numeri sono in crescita. Nel documento preparato dal Dicastero presieduto da Beatrice Lorenzin si afferma infatti che, nel nostro Paese, sono in aumento i casi di celiachia: stando ai dati che fanno riferimento al 2015, ci sarebbero 11mila diagnosi in più di questa malattia “immunomediata” che colpisce l’intestino tenue ed è causata da una reazione alla gliadina, una proteina del glutine.

La relazione sulla malattia

Gluten FreeNon si può ancora parlare di fenomeno preoccupante, ma i numeri presentati in Parlamento dalla “Relazione Annuale sulla Celiachia” inducono a una riflessione, specialmente considerando la maggiore incidenza della malattia. Nel 2015 sono stati registrati in Italia 182.858 casi di celiachia, cifra che è quasi triplicata nel giro di otto anni, dato che nel 2007 questo “censimento” parlava di circa 64mila malati. Tuttavia, il dato può anche essere ritenuto incoraggiante se si tiene conto dell’elevata sensibilità di strutture mediche ed operatori sanitari, oggi più abili a diagnosticare la malattia e a svolgere un’azione di informazione e sensibilizzazione sul territorio.

I numeri della celiachia in Italia

Sempre stando alla suddetta “Relazione”, la regione in cui è stato notato il più alto numero di casi nel 2015 è la Campania, seguita a ruota dalla Lombardia: quest’ultima, tuttavia, si colloca al primo posto nella classifica delle regioni con il maggior numero di celiaci residenti (il 17,7% del totale nazionale); inoltre, analizzando il rapporto, si evince anche come continuino a essere le donne le più colpite dalla celiachia (129mila diagnosi contro le 53mila che riguardano gli uomini). Tuttavia, a dispetto del passato, la “Relazione” sottolinea anche che “il celiaco adesso usufruisce di nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e ha a disposizione una sempre più ricca scelta di prodotti che non contengono glutine”. Insomma, per i malati è possibile consumare pasti senza glutine non solo a casa, grazie alla vasta scelta nei supermercati, ma anche nei locali pubblici, presso i quali vengono offerti dei menù alternativi. Infine, non va dimenticato l’esempio di regioni virtuose come la Basilicata, la cui Giunta è stata la prima ad attivare una “card” prepagata per i celiaci (ricaricata ogni tre mesi dalla ASL) e che permette di sfruttare le convezioni per l’acquisto di prodotti privi di glutine.

Autore dell'articolo: bwgroupit