La notizia è quella che mette in serio pericolo il più classico dei menù delle imminenti festività natalizie.L’allarme sulla possibile contaminazione delle vongole a livello sia nazionale che internazionale è stato lanciato dal RASFF, il sistema di allerta su scala europea che si occupa di sicurezza alimentare e che è notoriamente rapido nel comunicare qualsiasi anomali a riguardo.
La contaminazione riguarderebbe lotti di molluschi freschi, il cui numero non è stato precisato e che si trovano sia nella grande distribuzione che al dettaglio, presso le pescherie.
Il batterio presente nelle vongole è quello notoriamente molto pericoloso per la salute, l’Escherichia Coli, che pare superi i livelli consentiti per legge.
L’allerta è stata diramata in data 9 dicembre con il riferimento n° 2016.1725 e per tale motivo tutte le sezioni delle ASL competenti si sono messe a lavoro per i controlli del caso.
Sulla questione è intervenuto anche il Ministero della Salute con una nota, precisando che proprio grazie all’impegno delle unità sanitarie locali, l’allarme può dirsi rientrato.
I consumatori però non si sentono del tutto tranquilli e probabilmente si preparano a rinunciare, almeno per quest’anno, al classico piatto di linguine allo scoglio, che dovrebbe gratificare il palato degli amanti del pesce pregiato.
Il batterio dell’Escherichia Coli
Il batterio dell’Escherichia Coli è presente in acque e ambienti dove c’è la presenza di feci ed è per questo che mette a rischio la salute di chi lo ingerisce a propria insaputa.
I sintomi, che si manifestano a distanza di 3-5 giorni dall’ingestione dell’alimento o dell’acqua contaminati, sono nausea, vomito, dissenteria, crampi all’addome e stanchezza.
Il benessere del nostro intestino potrebbe essere messo a dura prova, anche se gli stessi sintomi scompaiono entro pochi giorni dopo un’apposita profilassi.
Nei casi più seri, anche se rari, il quadro clinico potrebbe essere grave e innescare la cosiddetta “sindrome emolitico-uremica“, che provoca un’insufficienza renale acuta e può portare al decesso. La fase critica richiede il ricovero nel reparto di terapia intensiva, trasfusioni di sangue e la dialisi. Le conseguenze potrebbero tuttavia trascinarsi per tutta la vita, specie nei piccoli pazienti, che sono maggiormente soggetti a un tale aggravamento dell’intossicazione da Escherichia Coli.
I sintomi, che si manifestano a distanza di 3-5 giorni dall’ingestione dell’alimento o dell’acqua contaminati, sono nausea, vomito, dissenteria, crampi all’addome e stanchezza.
Il benessere del nostro intestino potrebbe essere messo a dura prova, anche se gli stessi sintomi scompaiono entro pochi giorni dopo un’apposita profilassi.
Nei casi più seri, anche se rari, il quadro clinico potrebbe essere grave e innescare la cosiddetta “sindrome emolitico-uremica“, che provoca un’insufficienza renale acuta e può portare al decesso. La fase critica richiede il ricovero nel reparto di terapia intensiva, trasfusioni di sangue e la dialisi. Le conseguenze potrebbero tuttavia trascinarsi per tutta la vita, specie nei piccoli pazienti, che sono maggiormente soggetti a un tale aggravamento dell’intossicazione da Escherichia Coli.









