È entrato ufficialmente in funzione il 15 dicembre un sistema di navigazione satellitare interamente sviluppato in Europa e al quale ha contribuito anche l’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana. “Galileo” (questo il nome della rete satellitare, entrata in funzione grazie a 16 dei 30 satelliti che fanno parte del network intitolato proprio al celebre fisico e astronomo italiano) si propone di sostituire tra qualche anno il vecchio GPS (Global Positioning System) grazie a una maggiore precisione nella tracciabilità sulla mappa terrestre.
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Il lancio ufficiale di “Galileo”
Parla italiano il progetto che, negli ultimi anni, è stato sviluppato dalla ESA (Agenzia Spaziale Europea) in collaborazione non solo con la sua omologa nostrana, ma anche con delle realtà industriali che operano nel campo dell’ingegneria aerospaziale lungo la penisola. L’attivazione dei primi 16 satelliti che appartengono alla rete “Galileo” ha dunque dato il via ufficiale a quella che si propone come una valida alternativa al sistema GPS che, come è noto, viene gestito direttamente dal Governo degli Stati Uniti d’America. Stando ai suoi progettisti, la rete satellitare dovrebbe essere completata entro il 2020 e rappresenterà un notevole miglioramento sia dal punto di vista della precisione (il margine di errore nella tracciabilità sarà di 20 centimetri), sia per quanto riguarda il contenimento dei costi.
Le nuove frontiere del “Positioning System”
Costata circa 10 miliardi di euro, la rete si propone l’ambizioso obiettivo non solo di soppiantare il GPS, ma anche di dare un nuovo impulso alle tecnologie legate alla geolocalizzazione e ai progetti che mirano a portare su strada, entro pochi anni, le prime autovetture senza conducente e basate appunto sulla guida satellitare. Secondo quanto affermato di recente da Roberto Battiston, presidente dell’ASI, “la nuova rete sarà usata da miliardi di persone, mettendo così fine a quello che fino ad ora è stato un monopolio a stelle e strisce in questo campo”. Tuttavia, il mercato dei sistemi di geoposizionamento è molto più affollato di quanto si pensi, dato che il giro d’affari in ballo è dell’ordine di alcune decine di miliardi di euro. Non a caso, in parallelo a “Galileo”, la Russia aveva sviluppato in passato “Glonass” (Global’naja Navigacionnaja Sputnikovaja Sistema), mentre un pericoloso concorrente per il progetto patrocinato dall’Unione Europea sarà presto l’ambizioso “BeiDou” (“mestolo del Nord” in cinese) che la Repubblica Popolare di Xi Jinping completerà proprio entro il 2020.