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Riconoscimento facciale: cos’è, come funziona e applicazioni pratiche

Test biometrico per riconoscimento facciale

Che cos’è il riconoscimento facciale

Il continuo sviluppo tecnologico che caratterizza l’era moderna produce numerosi effetti, fra cui quello di rendere sempre più intelligenti e sofisticate le interazioni fra uomo e macchina. Una delle dimostrazioni è rinvenibile nella tecnica di riconoscimento facciale che si sta perfezionando sempre di più nel corso degli ultimi anni. Si tratta di un sistema che viene sempre più utilizzato in diversi ambiti e per fini differenti: la sicurezza per quanto riguarda le forze dell’ordine e gli aeroporti, il controllo nei regimi dittatoriali, ma anche per interagire in maniera più rapida e sicura con i nostri dispositivi elettronici e le app che utilizziamo, come quella della nostra banca di riferimento.

Il riconoscimento facciale è una tecnica biometrica, basata dunque sull’identificare alcuni tratti distintivi e misurabili di qualcosa, nello specifico del nostro volto, per distinguerlo da qualunque altro e renderlo univoco. Sebbene esistano diversi sistemi di riconoscimento facciale, il più diffuso è certamente quello che si basa sull’individuazioni di punti nodali del corpo umano, misurando dei valori in rapporti ai punti del volto di una persona. Questo garantisce un riconoscimento rapido e affidabile di ogni persona, perfezionando l’identificazione tramite la tecnologia 3D.

Come funziona il riconoscimento facciale

Come dicevamo, possono esserci varie applicazioni di questo sistema che si basa su tecnologie più o meno sofisticate, dalla più semplice alla più complicata.

La prima è il riconoscimento facciale “di base”, che è quella tipica delle fotocamere dei nostri smartphone e dei filtri che utilizziamo su Instagram. Nel momento in cui un filtro agisce su una parte del volto, significa che ha riconosciuto un punto come il naso, la bocca, le orecchie, il tutto utilizzando degli algoritmi che consentono di capire anche dove è rivolto lo sguardo, in che posizione è la bocca e così via.

La seconda è quella, sempre più in voga, dello sblocco del dispositivo con il volto. In quel momento, il dispositivo scatta una foto del viso e al contempo misura la distanza che intercorre fra i vari tratti. Quando si va a sbloccare il dispositivo, quest’ultimo agisce tramite la fotocamera per misurare nuovamente e quindi confermare l’identità di una persona. È il tipico modello su cui si base il “Face ID” pensato e realizzato da Apple.

La terza è la più sofisticata e consiste nell’identificazione di uno sconosciuto, realizzata soprattutto a scopi di sicurezza. Qui si scatta una foto al volto, si misurano e identificano i tratti principali attraverso un sistema di misurazione e poi si vanno a confrontare con quelli degli sconosciuti in un ampio database.

Vantaggi e svantaggi del riconoscimento facciale

Come tutte le tecnologie moderne, possono essere stilati dei pro e contro. Fra i vantaggi, possiamo citare sicuramente un importante beneficio a fini di sicurezza. Se ritorniamo all’esempio del riconoscimento utilizzato dai sistemi di home banking o dai nostri telefoni cellulari, risulta molto utile nell’evitare dei furti o quanto meno nell’arrestarne le potenziali conseguenze.

Pensando al riconoscimento facciale in luoghi affollati come gli aeroporti, questo sistema può fungere anche da deterrente per coloro che vogliono compiere azioni sconsiderate e dannose per un individuo o per la comunità. E in ogni caso, consente di individuare l’eventuale colpevole in maniera rapida ed efficace.

Fra gli svantaggi, occorre sottolineare come si tratti di una tecnologia che va ancora incontro a degli errori ed è ulteriormente perfezionabile. Per esempio, è molto meno efficace quando le condizioni di luce non sono favorevoli e c’è una scarsa illuminazione, ma anche le espressioni di una stessa persona variano notevolmente, con il rischio di non identificarla come uguale. Si pongono, inoltre, delle problematiche relative alla privacy che sono ancora oggetto di dibattito.

Esempi di riconoscimento facciale

Riconoscimento facciale su iPhone

Il Face ID pensato da Apple si basa sui tre sensori della fotocamera TrueDepth, che consentono di svolgere una funzione essenziale per il successivo riconoscimento. Il primo sensore è un proiettore di punti capace di disegnare più di 30.000 punti sul volto; il secondo è una fotocamera a infrarossi che è in grado di leggere la mappatura tridimensionale dei punti; il terzo è il cosiddetto illuminatore flood che – come dicevamo – riesce a effettuare il riconoscimento facciale anche al buio, risolvendo i problemi di illuminazione.

È anche per questo che il Face ID di Apple risulta fra i migliori sistemi di questo tipo. Il riconoscimento biometrico Face ID è stato lanciato nel settembre 2017, insieme all’iPhone X, sostituendo Touch ID che invece era basato sul riconoscimento delle impronte digitali. Apple, inoltre, tutela le rappresentazioni matematiche del voto e i tratti prettamente personali tramite un sistema di codifica e protezione. Consente di svolgere numerose pratiche fra cui lo sblocco del dispositivo, l’accesso all’elenco di password salvate, l’esecuzione di pagamenti con Apple Pay e su App Store.

Riconoscimento facciale aeroporti: il caso di Milano Linate

Oltre che un buon sistema di sicurezza, il riconoscimento facciale negli aeroporti apporta benefici anche in quanto a tempistiche, velocizzando le pratiche di imbarco. Il servizio di Face Boarding è stato utilizzato per la prima volta negli aeroporti europei a Milano Linate e consente di accedere ai controlli di sicurezza e ai gate di imbarco in maniera più rapida, senza esibire i consueti documenti: quello d’identità e la carta d’imbarco.

Ciò è reso possibile da un apparato multimediale in grado di rilevare le caratteristiche biometriche del volto del viaggiatore, acquisendo al contempo – e in maniera elettronica – le informazioni che si trovano nel passaporto, nel documento d’identità e nella carta d’imbarco. Per velocizzare i tempi, i passeggeri devono caricare il proprio documento ai chioschi in aeroporto (ma è possibile farlo anche dall’app) e poi limitarsi a “registrare” la propria faccia, esattamente come accade con i dispositivi elettronici. Tuttavia, l’European Data Protection Board si è già espressa in merito, sottolineando che le persone dovrebbero avere un controllo massimo sui dati biometrici per questioni di sicurezza e privacy.

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