Che cos’è lo scandalo Cambridge Analytica e cosa dice Zuckerberg a riguardo?

Il noto social network Facebook, capitanato dal giovanissimo Mark Zuckerberg, si ritrova in queste settimane sommerso da critiche, lamentele e proteste provenienti anche dai suoi stessi utenti, scandalizzati dalla scoperta, pubblicata dal quotidiano americano The New York Times e dal periodico britannico The Observer, della vendita di una serie di dati relativi ai propri profili verso Cambridge Analytica, società impegnata nella raccolta e nell’analisi di dati con sede a Londra.

Il motivo dello scandalo è legato all’utilizzo che l’azienda avrebbe messo in atto dei dati stessi, immessi all’interno di Facebook in parte al momento della registrazione (età, sesso, residenza ecc) ed in parte durante la propria attività all’interno dello stesso (mi piace, condivisioni ecc). Essi sarebbero stati analizzati per tracciare gli accurati profili di tantissime persone, stimate in circa 50 milioni di individui, al fine di creare e diffondere una serie di pubblicità e di notizie false (le cosiddette fake news“) atte a sostenere una determinata fazione politica. Nello specifico, la destra repubblicana di Donald Trump, negli Stati Uniti.

Il favoritismo nei confronti dell’ideologia politica dell’attuale presidente americano troverebbe in Steve Bannon una figura fondamentale all’interno del processo. Questi, infatti, ex stratega di Trump, incentivò l’idea di creare una collaborazione con Cambridge Analytica, di cui era anche stato vicepresidente. In questo modo, avrebbe potuto creare massicce campagne sostenitrici dell’imprenditore repubblicano e, al contrario, dannose nei confronti del suo avversario democratico Hillary Clinton.

In tutto questo, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg si è espresso ammettendo le sue colpe in quanto leader del social network, rendendo noto a nome dell’azienda un intervento per potenziare le regole contro la diffusione delle fake news ed affermando che per risolvere tutti i problemi sarà necessario aspettare diverso tempo, addirittura anni.

“Sono io il fondatore di Facebook e sono io il responsabile per quello che succede sulla nostra piattaforma. Usciremo da questo momento, ma ci vorranno anni. Vorrei poter risolvere tutti questi problemi in tre o sei mesi, ma penso che la realtà sia che la risposte ad alcune di queste domande richiederà un periodo più lungo”, ha affermato il giovane imprenditore statunitense.

Autore dell'articolo: Simone Frizza