Il videogioco, oggi, è una forma espressiva che gode di particolare fortuna. Utilizzato in ambito didattico e turistico, trasformato in film e serie TV, accostato con crescente convinzione anche alle nuove frontiere dello sport: quella del videogame è una storia di costante evoluzione, cominciata fin dalle prima sperimentazioni e ancora oggi in continuo divenire. Fra le tante novità che nel corso degli anni il mezzo videoludico ha proposto, una in particolare è interessante: quella dei minigiochi. In effetti, l’apparente semplicità dell’idea alla base nasconde un concetto di game design sulla quale poco ci si sofferma: inserire un videogioco, con sue regole autonome, all’interno di un altro videogioco. Un concetto reso possibile dalla crescente complessità dei titoli, nei quali trame principali sempre più articolate possono beneficiare di momenti più “rilassati” su un minigioco dalle meccaniche molto più casual. Fra la mole sterminata di esempi, alcuni sono stati particolarmente apprezzati dai videogiocatori.
Memory – Donkey Kong Land 3
I primi esempi di tale tendenza possono essere rintracciati in titoli oggi ormai datati, come nel caso del terzo capitolo dell’iconica serie Donkey Kong Land, uscito nel 1997 per Game Boy. Uno dei più amati platform del periodo, era caratterizzato dalla classica struttura a livelli e sottolivelli: uno di questi ultimi era sempre costituito da un capanno dove un personaggio proponeva al protagonista, al fine di ottenere risorse come vite extra e gettoni, una partita a memory. Questo è uno dei più classici giochi mnemonici, apprezzato soprattutto nella sua versione da gioco da tavolo, ma all’epoca potercisi intrattenere anche nel contesto di un videogioco più articolato rappresentava una novità non da poco.
Tekkenball – Tekken 3
Fra le più famose saghe picchiaduro della storia del videogame non può non spiccare Tekken, la serie Namco che ha esordito nel 1995 e amatissima ancora oggi, con l’attesa per un nuovo capitolo sul quale si specula circa le possibili innovazioni. Tekken 3, uscito nel 1998 per PlayStation, presentava un minigioco particolare: i vari lottatori infatti potevano essere schierati in una sorta di partita a beach volley, scopo della quale era colpire l’avversario con il pallone o, classicamente, far cadere quest’ultimo nella porzione di campo avversaria. Un modo sicuramente originale per replicare su console le ben più note partite di beach volley.
Blackjack – Red Dead Redemption 2
Il titolo Rockstar, uscito nel 2018, è in realtà solo uno fra i tanti esempi di titoli a tema western nei quali trova spazio la combinazione composta da saloon e tavolo verde. Nel caso di Red Dead Redemption 2 uno di questi intrattenimenti è rappresentato dal blackjack, una fra le più classiche attrazioni da casinò e che viene proposto nei vari saloon dell’enorme mappa del single player. Si tratta di un’inclusione particolarmente felice, apprezzata tanto da chi già conosceva il passatempo quanto dai neofiti, che possono contestualmente cogliere l’occasione per imparare le regole del blackjack 21+3 e comprenderne le differenze rispetto ad altre varianti, consistenti soprattutto nell’unione delle regole del blackjack al punteggio del three-card poker.
Gwent – The Witcher 3
Quello incluso da CD Project Red nel suo titolo di maggior successo, uscito nel 2015, è un vero e proprio elemento della trama del videogioco: nella finzione di quest’ultimo, infatti, il Gwent è un gioco di carte collezionabili praticato dai protagonisti della storia. Sotto il punto di vista del gameplay, ad ogni modo, questo è a tutti gli effetti un minigioco: in pressoché ogni centro è possibile trovare qualche personaggio non giocante interessato a una partita, e molte missioni principali danno come ricompensa qualche carta particolarmente rara. Le regole del Gwent vanno a comporre un intrattenimento del tutto autonomo rispetto alla storia principale, tanto che sono state trasposte perfino in titoli successivi incentrati esclusivamente su quello che, a ben vedere, è un semplice minigioco inventato per animare l’open world principale.
Biliardo – GTA San Andreas
L’open world è un genere che beneficia particolarmente di minigiochi, sfruttandoli per inframezzare le sessioni di esplorazione dell’enorme mappa di gioco. Impossibile quindi non includere l’esponente di una serie che ha rivoluzionato il genere: Grand Theft Auto. Il capitolo uscito nel 2004, sottotitolato San Andreas dal nome della regione dove si svolgono gli avvenimenti, include diverse attività secondarie: tra queste, alcuni tavoli da biliardo in diversi locali del mondo di gioco. Il classico biliardo, protagonista di numerosissime versioni diffuse specialmente su mobile, compare nel titolo Rockstar come classico minigioco, con tanto di visuale dall’alto e predizione parziale della traiettoria della palla: anche in questo caso, un vero e proprio videogioco ospitato all’interno di un titolo molto più ampio.