Andrea Ranocchia è stato un simbolo dell’Inter, nel bene e nel male. Arrivato nel 2011 e protagonista di un buon inizio, negli anni successivi ha subito critiche molto pesanti che lo hanno portato a trasferirsi in prestito a Sampdoria e Hull City, prima di ritornare alla base e diventare prezioso uomo spogliatoio con Luciano Spalletti prima e Antonio Conte poi. Nel 2021 ecco lo scudetto, il penultimo della storia nerazzurra dopo quello storico di questa stagione. Non solo perché ha portato la seconda stella, ma anche perché è stato conquistato nel derby contro il Milan lo scorso 22 aprile: 2-1 il risultato finale, reti di Acerbi e Thuram per i nerazzurri e Tomori per i rossoneri.
Ranocchia sullo scudetto Inter e i ricordi dei derby
La bella intervista esclusiva rilasciata dall’ex difensore a sitiscommesse.com si apre proprio con una domanda sul tricolore conquistato dall’Inter: “L’importante era vincerlo. La verità è che ancora ho tantissimi rapporti con tanti di loro. Ho passato tanti anni lì e oltre ai giocatori, ho tanti amici, anche nello staff, nei vari componenti che poi ruotano intorno alla squadra quindi sono contentissimo e so quanto ci tenevano. Naturalmente vincerlo nel derby ha un sapore ancora più importante. Quindi diciamo che l’importante era vincere, però vincere nel derby è ancora più speciale”.
A Ranocchia è stato poi chiesto un ricordo sui molti derby fra Milan e Inter vissuti da calciatore nerazzurro: “Ti dico la verità, il mio ricordo di un derby è quello che abbiamo perso nel 2011. Ero appena arrivato all’Inter, avevamo fatto una grande rimonta da gennaio a maggio e speravamo di vincere anche il campionato. Abbiamo avuto lo scontro diretto con il Milan che eravamo due punti sotto e l’abbiamo perso. Purtroppo, quello è un ricordo di un derby terribile, però era anche il mio primo derby, quindi sicuramente il sapore, l’atmosfera pre-partita è stata veramente emozionante. Poi purtroppo è finita male, ma nel calcio funziona così, non può andar sempre tutto bene”. Il riferimento dell’umbro classe 1988 va quindi al derby del 2 aprile 2011, perso malamente per 3-0 dall’Inter che all’epoca aveva in panchina Leonardo, subentrato a Rafael Benitez sul finire del 2010 e capace di guidare la squadra a un girone di ritorno ad altissimi livelli. Ma non bastò, tuttavia, per riacciuffare i rossoneri di Massimiliano Allegri, al suo primo scudetto da allenatore.
Secondo l’ex capitano della Beneamata, l’Inter negli ultimi anni “ha sempre avuto la rosa più forte. Poi insomma, quando inizia la stagione non sai mai le squadre come reagiranno a una stagione lunga perché c’è la Juve, c’è il Napoli, c’è il Milan… Però la rosa dell’Inter per me è ineguagliabile in Italia perché ha una rosa molto lunga, giocatori molto forti e ogni tanto anche con Simone Inzaghi, quando ci si trova coi ragazzi, ci si scherza tanto. Gli dico sempre che è difficile fare la formazione, sceglierne undici tra questi, col doppio di giocatori che hai a disposizione è veramente complicato perché la rosa è forte”.
I meriti della dirigenza Inter secondo Ranocchia
Se la rosa nerazzurra è quella più forte del campionato nonostante le ristrettezze economiche che da tempo caratterizzano il club di Steven Zhang (quest’anno mai presente fisicamente nelle partite dell’Inter), molto del merito è sicuramente da attribuire alla dirigenza: l’amministratore delegato sport Giuseppe Marotta, il direttore sportivo Piero Ausilio e il suo vice Dario Baccin: “Per me quelli della dirigenza negli ultimi anni sono stati dei fenomeni a livello mondiale. Io non credo che altri dirigenti siano riusciti a fare il lavoro che hanno fatto loro visto il pochissimo budget, cioè quasi zero. Sappiamo tutti dei vari problemi della società, ma c’è Beppe Marotta, c’è Ausilio e c’è Dario Baccin, sono in tre che gestiscono tutta l’area direzionale della società e hanno fatto per me un lavoro incredibile, posso dire che sono dei top player in quell’ambito perché con poco budget, trovare sempre ogni anno, dei giocatori di altissimo livello anche a parametro zero, come è successo negli ultimi anni, è difficilissimo”.