In futuro potrebbe essere possibile comunicare servendosi non solo delle consuete reti di comunicazione, ma anche ricorrendo alla chimica: uno studio portato avanti da un team della Stanford University (California) ha infatti ottenuto degli interessanti risultati utilizzando del comune aceto e del sapone, sfruttandone le proprietà. Tra le possibili applicazioni di questa scoperta, ancora in fase embrionale, ci potrebbero essere quelle nel campo della medicina e della comunicazione sott’acqua.
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La frontiera della “comunicazione chimica”
Sono dei semplici prodotti chimici di uso quotidiano il cosiddetto “motore” del sistema messo a punto da alcuni ricercatori dell’Università di Stanford, all’interno della quale da tempo si studiano dei metodi di comunicazione alternativa a quelli di cui ci serviamo attualmente. Utilizzando solamente sapone e aceto, il team californiano ha messo appunto un dispositivo capace di inviare degli elementari messaggi di testo: il principio su cui questa rudimentale “macchina” si basa è molto simile a quello degli odierni mezzi di comunicazione, vale a dire un codice binario che sfrutta alcune delle caratteristiche chimiche acide (nel caso dell’aceto) e basiche (per quanto riguarda i saponi e i detergenti) dei succitati prodotti.
I risultati della ricerca
